Da Comacchio.it
Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli interventi volti alla salvaguardia della fauna marina dell’Adriatico. In particolare, le attenzioni, sono rivolte alle creature più delicate, come i delfini e le tartarughe, i quali necessitano di monitoraggio, cure e di studi approfonditi.
Non a caso è divenuto più incisivo anche l’intervento della regione Emilia-Romagna che, dal 2019, ha disposto tavoli di discussione con esperti e studiosi per concordare ed organizzare attività comuni con l’obiettivo primo della tutela dell’ambiente e della biodiversità.
Non resta così immobile l’associazionismo del Delta che, facendo fronte comune, da vita a Delta Rescue, realtà locale che comprende AICS Sezione Ambiente, il Circolo Nautico Volano, il Corpo Vigili Giurati, il Comparto Marittimo di Goro, ENPA Lagosanto, Fondazione Cetacea Onlus e la Polizia Provinciale di Ferrara.
Comunione di intenti che si sono concretizzati nel settembre del 2019 con il primo centro di recupero tartarughe marine inaugurato a Goro, primo di tanti tasselli che costruiranno una forte filiera comunicativa e di studio tra associazioni, università e regione.
“E’ ormai assodato che nelle acque che lambiscono il nostro territorio deltizio vivono dai 50 ai 75 mila esemplari di tartaruga marina – ci spiega Mauro Rinaldi, rappresentante di Delta Reascue – un habitat per loro ricco ma non privo di difficoltà, per questo motivo vanno protette e salvaguardate”.
Tante le azioni in programma, una delle quali, partita proprio in questi giorni dopo dell’allentamento delle misure atte a contenere la diffusione del coronavirus, è il trasposto delle carcasse di tartaruga sino alla sede ferrarese dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia.