Arriva un bando per i comuni italiani, per contrastare la povertà educativa e l’esclusione sociale dei bambini e dei ragazzi, in un momento in cui l’emergenza sanitaria ha acuito le disuguaglianze, le fragilità e i divari socio economici. Si chiama “Educare in comune” e lo ha pubblicato il Dipartimento per le Politiche della Famiglia, il budget è di 15 milioni di euro, per progetti, anche sperimentali, che valorizzino lo sviluppo delle potenzialità fisiche, cognitive, emotive e sociali dei bambini e degli adolescenti, al fine di renderli individui attivi e responsabili all’interno delle proprie comunità di appartenenza. Per l’esattezza il titolo completo è “per il finanziamento di progetti per il contrasto della povertà educativa e il sostegno delle opportunità culturali e educative di persone minorenni”.
In linea con gli obiettivi della Child Guarantee, i progetti dovranno essere volti a contrastare gli effetti negativi prodotti dalla pandemia su bambini e ragazzi. Tre sono le aree tematiche oggetto di finanziamento: famiglia come risorsa; relazione e inclusione; cultura, arte e ambiente.
I comuni potranno partecipare singolarmente o in forma associata, anche in collaborazione con enti pubblici e privati. I Comitati AICS possono, dunque, offrire un contributo alla progettazione e alla gestione di progetti siffatti, quali attori locali della “comunità educante”, considerando le competenze che AICS può esprimere sia nel settore delle politiche sociali che in quello culturale. Tale Avviso può dunque rappresentare un’occasione in un’ottica di rafforzamento delle collaborazioni con le istituzioni locali.
Ciascuna proposta progettuale potrà beneficiare di un finanziamento fra i 50mila e i 350mila euro. La scadenza dei termini di presentazione delle proposte progettuali è fissata al 1° marzo 2021. I progetti ammessi a finanziamento dovranno avere una durata di 12 mesi.
La Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti spiega che “sostenere e accompagnare la crescita delle nuove generazioni, ancor di più in questo tempo inedito, è e deve essere obiettivo condiviso: si tratta di promuovere modelli e servizi di welfare di comunità, consolidando le esperienze già presenti nei nostri territori e sostenendo il lavoro dei comuni italiani. Lavorare in sinergia e in rete è l’arma che abbiamo per contrastare un fenomeno di isolamento e di esclusione sociale che la pandemia rischia di aggravare”.